Dopo l’accesso alla camera pulpare e la localizzazione degli orifizi canalari la necessità di sondare i canali radicolari e creare un percorso di scorrimento (glide path) sicuro e prevedibile fino all’apice costituisce certamente una delle fasi più delicate del trattamento endodontico. Nella pratica clinica, oltre l’80% dei canali radicolari nei trattamenti primari può essere definito come “caso standard”, poiché questi canali presentano un glide path naturale che può essere percorso con successo fin dall’inizio e preparato agevolmente con una tecnica di strumentazione base. Il restante 15-20% dei canali in trattamenti primari può essere definito come “caso complesso”, poiché questi canali possono presentare variazioni anatomiche che rendono la procedura di sondaggio la fase più delicata e complicata dell’intero trattamento. Nei casi di ritrattamento invece, il primo ostacolo all’ottenimento della pervietà del lume canalare, è rappresentato dalla necessità di rimuovere il materiale da otturazione canalare presente; questa fase può essere oggi facilmente e rapidamente superata attraverso il corretto utilizzo di strumenti utilizzati con movimento reciprocante. Molto spesso, nei ritrattamenti la problematica più complessa è rappresentata dalla presenza di gradini o canali bloccati apicalmente dal vecchio materiale da otturazione canalare.